La pesca ed i requisiti QHSE nei progetti internazionali

Da diversi anni l’export è una delle voci che sostengono maggiormente il PIL dell’Italia. Per molteplici ragioni abbiamo assistito nell’ultimo decennio a una forte propensione verso i mercati internazionali da parte delle imprese italiane. In effetti il mondo è ricco di opportunità ma bisogna essere attrezzati per affrontare la complessità del mercato globale.

Mi piace utilizzare la metafora della pesca per rendere meglio l’idea: se per qualche motivo il pescato scarseggia in laguna oppure nei pressi della costa, ci si può spingere al largo e sicuramente le opportunità saranno molte di più; ma anche i pericoli.

Se hai una barca a remi magari neanche ci pensi, è troppo evidente. Ma se hai un motore e un minimo di attrezzatura e te la sei sempre cavata nelle acque conosciute in 20 anni di pesca, potresti anche sentire la tentazione di spingerti al largo alla ricerca di maggior fortuna.

Ma sei consapevole dei pericoli che potresti incontrare?

Potresti imbatterti in una tempesta con onde troppo grandi per la tua imbarcazione, potresti non avere scorte sufficienti di cibo ed acqua, potresti pescare dei pesci troppo grossi per la tua attrezzatura. Potresti incontrare i pirati, potresti incorrere in un’avaria e restare in panne.

Sei riuscito a cogliere le analogie con il mondo dell’impresa?

Sono in effetti impressionanti: esposizione finanziaria troppo elevata, mancati pagamenti, requisiti troppo stringenti o per i quali non si è adeguatamente preparati, problemi di security, cultura, lingua e tradizioni diverse.

Per alcuni di questi problemi ci sono dei riferimenti più conosciuti anche se non sempre adeguatamente utilizzati.

Purtroppo non mancano le aziende che non considerano adeguatamente il rischio imprenditoriale e hanno un approccio che si potrebbe dire “temerario”. Alcuni possono aver fortuna, ma la competizione è molto serrata e sono molti di più quelli che mettono a rischio la continuità aziendale ed anche di più.

I riferimenti più conosciuti sono in primo luogo le banche, a cui le aziende si rivolgono per le linee di credito per i progetti all’estero. Abbastanza conosciuti i consulenti per l’internazionalizzazione sia di taglio legale, per la contrattualistica, sia strategico, che supportano nella penetrazione sui mercati, nella parte commerciale.

Già più rari sono i consulenti che ti possono offrire un adeguato supporto per quanto riguarda le problematiche del personale all’estero in termini di distacco, trasferta, trasferimento, distacco transnazionale, visti, vaccinazioni, logistica in termini di spostamenti vitto ed alloggio.
Non conosco nessuna azienda italiana invece, a parte Vistra, che offra un supporto per gestire i requisiti del QHSE internazionale.

Forse qualcuno ci sarà, ma operiamo come specialisti in questo campo da oltre 10 anni con esperienza in centinaia di progetti in oltre 60 paesi in 6 continenti e con le più importanti aziende Italiane impegnate all’estero e non abbiamo mai incrociato un vero e proprio concorrente.

Forse qualcuno che offre qualche servizio, ma le aziende che offrono un supporto completo, dall’analisi legislativo/normativa all’assistenza sul campo, sono solitamente di matrice anglosassone. Questo in effetti è un campo in cui sono leader a livello mondiale, ma per le aziende italiane si presentano due ordini di problemi, ciascuno dei quali non trascurabile: il fattore legislativo e socio-culturale da un lato, il costo dall’altro.

 

Per quanto riguarda il costo è presto detto: le grandi multinazionali americane, inglesi, australiane o sudafricane che abbiamo incontrato nella nostra esperienza hanno un livello di costi difficilmente compatibile con i budget delle aziende italiane.

Non va sottovalutato però anche l’altro aspetto: se un’azienda italiana è impegnata in delle attività all’estero non deve rispettare solo la legge locale, ma anche quella italiana e questo complica parecchio le cose quando ci si affida alle multinazionali di cui sopra. Le vedo molto in difficoltà nel muoversi nel sistema normativo italiano, sia per un fattore linguistico che culturale.

Alcuni pensano di poter ovviare al problema ricercando dei consulenti specialisti in loco. Questa scelta spesso si risolve invece in una ulteriore complicazione.

 

Certamente in determinati paesi dove il costo della vita è inferiore a quello italiano, è possibile trovare dei consulenti locali che si offrono per l’assistenza e la consulenza. I problemi in questo caso sono spesso di affidabilità e competenza, e costringono poi il malcapitato a cercare con urgenza dei supporti integrativi per non incorrere in gravi problemi. Ma anche nel caso in cui si sia riusciti a individuare dei partner locali affidabili, e quindi generalmente con un costo non poi così economico, subentra il problema della lingua, della cultura e delle leggi e normative italiane di cui sopra.

Nella nostra esperienza ci sono voluti oltre 10 anni per costruire un importante network a livello mondiale di partner qualificati ed affidabili per offrire al cliente un approccio integrato, non è una cosa che si improvvisa o che si costruisce in poco tempo. È un vero valore aggiunto.

Vistra è in grado di supportare le aziende italiane in tutto il mondo per le problematiche di Qualità, Sicurezza sul Lavoro ed Ambiente.

Vuoi saperne di più sulle nostre soluzioni, contattaci.

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Author: Federico Olivo
Laureato in ingegneria Gestionale, ha maturato la sua esperienza per la qualità nel settore militare. Tra i fondatori di Vistra nel 2000 è oggi Presidente della società. In oltre 20 anni di operatività nel settore della Qualità ha lavorato in Italia ed all’estero per aziende di ogni dimensione ed in molteplici settori. Con una grande esperienza nella mappatura dei processi tiene lezioni in Master e corsi universitari, co-autore del libro “la guida del sole 24 ore alla Qualità” edito dal Sole24ore.

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