Le coperture assicurative nei progetti di QHSE internazionale

Affrontare le tematiche del QHSE a livello internazionale è molto sfidante ma anche di grande stimolo dal punto di vista tecnico.

In diversi articoli precedenti abbiamo illustrato tutta una serie di complessità legate alla gestione delle tematiche del QHSE quando si varcano i confini della propria nazione. Dal punto di vista tecnico, legale e normativo le differenze sono talmente marcate che si può fare una netta distinzione tra l’operatività a livello nazionale e quella internazionale.

Tuttavia, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in termini generali nell’articolo “La pesca ed i requisiti QHSE nei progetti internazionali”, le differenze e le complessità vanno ben oltre l’ambito tecnico e normativo.

Abbiamo visto che ci sono differenze culturali, linguistiche, problemi logistici e di gestione del personale, ed anche complessità amministrative niente affatto trascurabili. In questo breve articolo vorrei però approfondire l’aspetto assicurativo, ancora oggi tema di grande attualità e poco conosciuto.

Ricordo ancora un episodio particolare attraverso il quale vorrei farvi comprendere quanto possa essere difficile avere delle coperture adeguate. Rispetto alla data in cui scrivo questo articolo (ndr 2021) l’episodio risale a una decina di anni orsono. Ci accingevamo a iniziare un importante progetto in Algeria, per un importante multinazionale italiana, offrendo un servizio di assistenza per la gestione della qualità on site.

Avevamo curato tutti gli aspetti tecnici ed organizzativi, ma ci scontravamo con un problema assicurativo che ci stava mettendo in difficoltà: la nostra assicurazione non aveva la copertura territoriale adeguata.

Ci stavamo servendo di una delle principali compagnie nazionali, ma la nostra richiesta sembrava impossibile da soddisfare.

I problemi con cui stavamo misurando erano di due tipologie:

  1. copertura territoriale
  2. tipologia del servizio da assicurare

Se ti sei occupato di polizze assicurative sai bene di cosa sto parlando e conosci i tempi di risposta delle compagnie: spesso non sono affatto brevi!

Con questo non voglio scaricare il problema sulle compagnie: fanno il loro mestiere e giustamente devono valutare bene i rischi che si accollano e seguire determinate procedure interne. Solo le assicurazioni più strutturate possono offrire determinate coperture, d’altro canto questo spesso significa processi più articolati e tempi più lunghi.

I fattori da considerare erano diversi ma la situazione sembrava veramente a un punto di stallo. Stavamo per perdere un’importante commessa, per la quale eravamo molto qualificati, per un problema assicurativo.

La compagnia che ci stava seguendo in quel momento non era in grado di valutare il rischio, perché non conosceva la tipologia di servizio che stavamo fornendo: un servizio di Quality Manager on site. Oltre a questo non poteva garantire la copertura territoriale.

Come puoi immaginare i tempi erano molto stretti ed assolutamente incompatibili con quelli delle assicurazioni. Ci possono volere dei mesi per mettere a punto un prodotto specifico, mentre le necessità dei clienti che operano a livello internazionale rivestono spesso il carattere d’urgenza.

Molto spesso, infatti, veniamo interpellati solo quando c’è un problema da risolvere e raramente quando bisogna prevenirlo. Questo non mi stancherò mai di ripeterlo: quando si affronta un progetto internazionale è assolutamente saggio fare gli opportuni investimenti in ambito QHSE per essere preparati, ma per questo vi rimando allo specifico articolo “I quattro passi del QHSE internazionale”.

Dunque non avevamo tempo: cosa fare?

I broker che ci stavano seguendo non avevano alcuna esperienza internazionale e non si rivelavano di grande aiuto. D’altro canto non era facile trovare dei riferimenti cui rivolgersi per risolvere il nostro problema.

In Vistra ci piace proporci al cliente come un partner e non come un semplice fornitore, perché siamo sul campo assieme, con il comune impegno per il successo del suo progetto, evitando non conformità o infortuni. In questo senso la scelta più logica era dunque rivolgerci al cliente.

Se questi stava già operando in tali territori anche per le specifiche attività a noi richieste, avrebbe potuto indirizzarci verso un’opportuna compagnia assicuratrice. Così presi contatto con chi si occupava delle assicurazioni presso il cliente e questi mi diede le opportune indicazioni: il problema sembrava finalmente risolto.

Ci fu quindi spedito una bozza di contratto assicurativo da parte del cliente, dicendo che questa tipologia di copertura sarebbe stata accettata dal loro ufficio acquisti.

Da una lettura approfondita della polizza rimanevo però molto perplesso. Da un lato ero grato al cliente per la disponibilità dimostrate, dall’altro ero stupito di come anche una realtà molto strutturata mi proponesse una soluzione che non ritenevo corretta.

In pratica ci era stato proposto un contratto che aveva l’adeguata copertura territoriale, ma che sembrava fatto per uno studio di progettazione e non per dei professionisti del QHSE internazionale.

Molto spesso si tende a sottovalutare questi aspetti, ma possono rivelarsi aspetti cruciali al verificarsi di un sinistro! Occuparsi di qualità è un’attività che può essere molto diversa dal progettare un’opera. In caso di sinistro ci si potrebbe trovare nella spiacevole situazione di non essere coperti.

Si tratta dunque di eventi rari, ma dalla portata potenzialmente catastrofica, che vanno adeguatamente gestiti.

Per fortuna anche in questo caso ci venne in aiuto il network.  Il nostro assicuratore di fiducia, con spirito di partnership, ci mise in contatto con un collega esperto a livello internazionale e da li cominciò un percorso di trattativa, studio ed analisi che ci portò ad avere una copertura veramente efficace.

Questo percorso però non fu affatto facile e, possiamo dire, non è ancora concluso. Con questo non intendo dire che non possediamo oggi delle coperture adeguate, anzi, ma che anche in questo caso è un percorso di miglioramento continuo che continua nel tempo.

Per farti capire il concetto condivido alcune considerazioni:

  • solo i più importanti bocker o compagnie mondiali si occupano di coperture internazionali
  • di solito queste compagnie trattano con clienti strutturati per premi importanti
  • gli aspetti QHSE sono ancora piuttosto in quanto a valutazione del rischio assicurativo a livello internazionale

Questo significa che prima di superare il milione di euro di fatturato a momenti non predisponevano nemmeno una proposta: troppo alto l’impegno di progettazione e valutazione del rischio rispetto al premio. D’altro canto il percorso per discutere la valutazione dei rischi è complesso anche con le compagnie che sono in grado di farlo.

Ricordo ancora che la prima proposta che ricevemmo mi fece sbiancare: 54.000 € di premio annuo! A fronte di un fatturato di poco superiore al milione di euro.

La cosa nasceva dal fatto che l’intera attività era stata valutata sul livello di rischio del servizio con più elevato livello di rischio tra quelli forniti, tra l’altro in modo errato.

Fu necessario spiegare nel dettaglio tutte le diverse attività, fornire delle nostre valutazioni e spiegazioni delle stesse e una nostra prima valutazione dei rischi stessi.

Dopo molti anni e cambi di diverse compagnie, oggi possiamo dirci soddisfatti da questo punto di vista, anzi, stiamo iniziando delle interessanti partnership proprio con alcune primarie compagnie assicuratici a livello mondiale, proprio per la valutazione dei rischi in ambito QHSE e la gestione assicurativa dei rischi residui.

D’altronde questo è un filo conduttore che ci lega a questo mondo: la valutazione e la gestione del rischio. Vistra si occupa di ridurlo al minimo possibile, le compagnie assicurative di gestire il rischio residuo. Una partnership che sembra logica e vincente, ma per la quale ci sono voluti anni per iniziare un percorso specifico.

Prima di lasciarti ancora un paio di note che sono davvero rilevanti in ambito QHSE internazionale:

  1. la copertura dei partner (subappaltatori)
  2. la differenza tra RCP ed RCT

Come abbiamo avuto modi di descrivere, è praticamente inevitabile anche per le grandi aziende della consulenza mondiale rivolgersi a partner locali per poter affrontare progetti in tutto il mondo. Spesso in ambito QHSE coi sono dei professionisti locali che vengono integrati nel team a servizio del cliente per lo specifico progetto in quel determinato paese: ma come garantire che le coperture assicurative siano adeguate?

Alle volte è praticamente impossibile garantire in tempi rapidi che le coperture locali siano adeguate allo standard richiesto dai clienti. Ti capitano delle polizze in lingue straniere non tradotte, alle volte la sola traduzione per la verifica costerebbe più della polizza! La sensibilità locale può essere diversa da quella desiderata, insomma l’unico modo è che la tua polizza copra tutto, anche il partner esterno.

Questa è la strada scelta da Vistra. Certamente è più onerosa, ma fa dormire sonni tranquilli al cliente, … e anche al partner. Abbiamo scelto infatti di stipulare delle polizze senza diritto di rivalsa nei confronti del fornitore, in modo che possa sentirsi sereno nel fare al meglio il proprio lavoro quando fa parte del team Vistra.

Anche per questo molto spesso i nostri fornitori sono nostri partner e si instaurano dei rapporti duraturi nel tempo, progetto dopo progetto, perché sanno che in Vistra non è un semplice cliente, ma un partner che li mette nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi all’interno di un team di professionisti QHSE.

Altro aspetto che ancora oggi non smette di stupirmi è quanto poco si comprenda la differenza tra copertura rischi professionali (RCP) e copertura per danni a terzi (RCT).

Molto spesso nei bandi di gara troviamo dei requisiti esclusivamente RCT, ma nel caso specifico del QHSE i rischi specifici coperti da questa polizza sono molto remoti. Non  a caso la polizza RCT costa un decimo di quella RCP, che così faticosamente abbiamo perfezionato dopo tanti anni.

Per spiegarmi meglio ti faccio un esempio concreto: se in un cantiere un subcontractor che sta facendo un sollevamento fa cadere un pezzo danneggiando un bene di terzi, allora ecco che interviene la sua polizza RCT.

Ma se un Safety Manager sbaglia un piano di sollevamento e per questo avviene l’incidente, allora quello che ha fallito è proprio l’oggetto del contratto, quindi la prestazione professionale. In questo caso la RCT non coprirebbe affatto l’incidente, ma ci vorrebbe un’adeguata polizza professionale.

Nel caso di operatori QHSE, che non saldano, non montano, non guidano veicoli, non sono coinvolti direttamente nelle operations, la RCT interviene in rarissimi casi. Certo non possiamo escludere che, durante un sopralluogo in altezza, ad un Safety Manager possa scivolare di mano il cellulare e che questi colpisca un malcapitato decine di metri sotto di lui, ma sicuramente è un evento poco probabile.

Eppure un’adeguata cultura rispetto ai requisiti assicurativi delle attività QHSE è ancora spesso assente, non in senso assoluto, anche in diverse realtà strutturate. Credo questo sia dovuto ad un approccio più volto al rispetto delle procedure che al governo dei processi.

Un simile approccio può portare l’addetto dell’ufficio acquisti a considerare in modo rigido i requisiti che gli sono stati imposti dall’alto, magari perché per il 99% dei subcontractor quei requisiti vanno bene. In questo senso spero che questo articolo possa essere utile spunto di riflessione e di approfondimento per quanti hanno veramente a cuore la sostanza delle cose e la tutela delle persone e delle organizzazioni, e non si limitano al rispetto di requisiti meramente formali che, al momento del bisogno, si dimostrano del tutto inefficaci.

Dal lato nostro il progetto ed il passo che ci offre maggiori stimoli in questo momento è proprio la partnership con le compagnie assicuratrici. Lavorando fianco a fianco con queste siamo convinti di poter offrire un prodotto innovativo e veramente utile sul mercato: una soluzione win-win per tutte le parti interessate. Stiamo mettendo a punto un servizio che consentirà di ridurre i premi assicurativi attraverso un’opportuna azione dei riduzione dei rischi stessi con un percorso di valutazione, intervento e implementazione di sistemi di gestione ed azioni formative adeguate. Meno rischi, meno incidenti, meno spese.

Spero dunque di aver fornito utili spunti e non mancheremo di tenervi informati non appena questi prodotti Consulenza+Assicurazione saranno messi a punto.

Nel frattempo, se stai cercando un partner in ambito QHSE per i  tuoi progetti internazionali, sai che in Vistra prendiamo seriamente questi aspetti e li affrontiamo con la massima attenzione

Se vuoi approfondire l’argomento, guarda il video.



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